Da eremo a cenacolo artistico. Tra devozione ed arte nel Conventino di San Giuliano
Un percorso guidato da Sofia Leocata, Aquilartes, e Saverio Ricci, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza A.B.A.P. L’Aquila e Teramo
Si sale in collina, a pochi chilometri dal centro storico, per il secondo degli appuntamenti del progetto Dentro il restauro. Protagonista è un luogo speciale, dove armonicamente convivono vertici di spiritualità, arte e sapere: il Convento di San Giuliano.
Giovedì 23 maggio, alle ore 15, si intraprende un viaggio a ritroso nei secoli per arrivare a conoscere il Convento ed il Conventino, fulcro del francescanesimo osservante nel centro Italia, incastonato in uno sperone di roccia dal 1415, quando fu edificato sulla preesistenza di un eremo.
A guidare questo viaggio, reso possibile dall’ospitalità della Comunità dei Frati Minori di San Giuliano, sono Sofia Leocata, di AquilArtes, e Saverio Ricci funzionario storico dell’arte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e paesaggio per le province di L’Aquila e Teramo, che si concentrerà sul restauro che ha restituito leggibilità a questo luogo multiforme, un unicum nel territorio.
Se la chiesa, nella sua marcata impronta seicentesca e barocca, custodisce opere come il Beato Vincenzo di Saturnino Gatti, l’Adorazione dei Magi, capolavoro di Vincenzo Damini, l’altare barocco in legno intagliato, o ancora una crocifissione riemersa dai cedimenti del sisma, le pareti del Chiostro grande sono invece le pagine su cui si snoda l’avventurosa vita, tra miracoli ed eventi storici, di San Giovanni da Capestrano, raccontata da Giovanni Paolo Cardone e la sua scuola.
Superata l’essenzialità del Chiostro più piccolo, si accede al giardino antistante il lochetto ovvero il Conventino, nucleo fondativo di San Giuliano. Un edificio essenziale, francescano già nella struttura, che oltre agli affreschi delle prime stanze d’accesso – tra cui una Madonna con Bambino e committente, in cui molti riconoscono la mano di Cardone -, nella cappella che chiude la sequenza di piccole stanze mostra mirabili pitture murali monocrome, il cui disegno di altissimo livello è illuminato da piccole stesure di biacca. L’insieme, evocativo e struggente, è stato recuperato con un accurato restauro post-sisma, che ha così restituito questo sito antico, in cui si consolidò il movimento degli Osservanti.
Con il recupero del Museo di Scienze Naturali (al momento sono in corso i lavori di ricostruzione dell’edificio che lo ospita) ed il ri-allestimento della ricca Biblioteca, San Giuliano tornerà presto ad essere un punto di riferimento imprescindibile per il sapere del territorio su cui dall’alto vigila.