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Palazzo Ardinghelli e il MAXXI

Un edificio di antica nobiltà semi-abbandonato: così appariva Palazzo Ardinghelli nell’aprile del 2009, pochi mesi dopo l’acquisto da parte dell’allora Ministero dei Beni culturali.

È certamente una delle dimore più affascinanti e singolari dell’Aquila, unico palazzo abruzzese che presenta una insolita soluzione di facciata con balconata a quota variata (già prevista nell’originario progetto settecentesco e realizzata nel secolo scorso): suggestivo il cortile semiottagonale porticato – pausa architettonica nel percorso passante che collega piazza Santa Maria Paganica e via Garibaldi, e che diventa un vero e proprio “attraversamento urbano” -; monumentale lo scalone di derivazione borrominiana sovrastato dai dipinti murali dell’artista veneto Vincenzo Damini; e ancora i saloni con i grandi camini, la preziosa cappella di famiglia, le pregevoli decorazioni in stucco dei soffitti e le sequenza di stanze che aprono prospettive sempre diverse sullo spazio interno del palazzo e sull’esterno che nobilmente sovrasta.

Eppure, a dispetto di tanta magnificenza, Palazzo Ardinghelli non ha mai avuto una sua precisa identità nel tessuto del centro storico dell’Aquila.

Edificato nel ‘700 dalla famiglia di origine toscana degli Ardinghelli, su progetto dell’architetto Francesco Fontana, l’edificio ha avuto alterne fortune; se alla fine dell’Ottocento fu dimora ed atelier di Teofilo Patini, tra gli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso ha ospitato gli uffici della Pretura e dell’Anagrafe comunale. Ma nulla che fosse all’altezza del suo stile ricercato.

Diventato bene demaniale alla fine del 2008, Palazzo Ardinghelli mostrava i pesanti segni del tempo e dell’incuria, su cui fortemente ha inciso il sisma del 2009, che ha provocato il ribaltamento delle pareti del cortile, con crollo parziale del porticato e diversi danni anche all’apparato dei saloni, dovuti al crollo – in vari punti – della copertura.

“Adottato” dal Governo della Federazione Russa, è stato sottoposto ad un lungo e accurato intervento che, oltre al consolidamento globale dell’edificio ed al restauro dei preziosi apparati decorativi, ha salvato la pietra originale della facciata e l’intonaco settecentesco dello scalone, ed ha disegnato la nuova pavimentazione di sale e salone ispirandosi alla porzione di pavimento originale giunta sino a noi.
La magnificenza del Palazzo, che il restauro stava ricomponendo, ha portato ad un quasi inevitabile cambiamento della sua destinazione d’uso, mentre i lavori erano in corso (l’edificio era destinato ad accogliere alcuni uffici del Ministero della Cultura). Così dal 2014 si è avviato l’articolato processo che ha condotto da Palazzo Ardinghelli al MAXXI. Il Settecento doveva essere riletto per accogliere l’arte contemporanea.

Per allestire il Museo, si è seguito un percorso già leggibile nel Palazzo, con la sua teoria di stanze collegate, in crescendo verso il cuore del piano superiore, il salone su cui si apre l’affaccio sulla piazza.

Al piano inferiore è stata collocata, a sinistra del portone d’ingresso, la biglietteria; sono stati installati due ascensori, ed un elevatore per disabili, per passare dal vano biglietteria a quello della corte; il cammino espositivo si concludeva con l’accesso al bookshop (oggi sapientemente adibito a sala studio); sotto il camminamento della corte, proprio sotto il piano stradale, si trovano un ampio deposito e un vano con la centrale antincendio.

Al momento dell’inaugurazione (il 28 maggio 2021, con apertura al pubblico il 3 giugno) il MAXXI L’Aquila ospitava – tra le molte opere – committenze site-specific di cinque importanti artisti italiani: Elisabetta Benassi, Daniela De Lorenzo, Alberto Garutti, Nunzio e il maestro Ettore Spalletti, la cui opera-testamento, Colonna nel vuoto, riempie la cappella di famiglia.

Tra mostre, attività culturali, installazioni, happening, il MAXXI è diventato cuore culturale della città, radicato nel territorio, con una rete di respiro internazionale e multidisciplinare, che ha finalmente dato a Palazzo Ardinghelli un’identità ed un quotidiano pari alla sua bellezza.

A semi-abandoned aristocratic palace: this is how Palazzo Ardinghelli looked in April 2009, a few months later the acquisition by then Ministero dei Beni culturali.

Palazzo Ardinghelli is certainly one of the most finest and characteristic mansions in L’Aquila: it’s the only palace throughout all Abruzzo with an uncommon balcony at different heights (already planned by the original project of the eighteenth century and realised in the past century). The octagonal porticoed courtyard is a charming stopover through the walkway from Piazza Santa Maria Paganica and Via Garibaldi who became a real urban crossing; the monumental staircase with a Borromini’s inspiration was painted by the Veneto painter Vincenzo Damini: these are just a few of the details of the grandeur of Palazzo Ardinghelli.

Nevertheless, the palace never had a clear identity in the urban area of historical centre of L’Aquila.

Built in the eighteenth century by the Tuscan family of Ardinghelli and designed by architect Francesco Fontana, the palace over time had ups and downs: at the end of the nineteenth century was home and atelier of Teofilo Patini, during the 1970s and 1980s was center of Offices of the Pretura and of Municipal Registry.

At the end of 2008, Palazzo Ardinghelli was a State-owned asset, showing carelessness due to time. The 2009 earth-quake aggravated the situation: the courtyard’s walls were overtuned, the porch partially collapsed and the roofs had damaged, falling down, salons.

“Adopted” by Government of the Russian Federation, the Palace underwent a long and delicate operation that, while assuring consolidation and restoration, saved the original stone façade and the eighteenth century plaster on the great staircase, drawing a new pavement based on portions that have come down to us.

The Palace’s magnificence was rising thanks to the restoration, and meanwhile works were in progress, the destination of use changed (the building should have hosted Ministero della Cultura Offices). Then in 2014 started the complex process that leads Palazzo Ardinghelli to MAXXI. The eighteenth-century was meant to be read to welcome contemporary art.

To set up the Museum, the path was made by the same rooms, all connected, rising upstairs to the main salon, heart of the Palace, overlooking the Piazza.

On the right of the main entrance, downstairs there is the ticket office; two elevators and one for disables; the exhibition ended to bookshop (today wisely used as study room); below the walkways of the courtyard, under the street level, there is a large deposit and a fire station.

At the opening (May 28th, 2021, with the opening to the public on June 3th) MAXXI L’Aquila was hosting – among many artistic works – some site-specific artworks of five Italian major artists: Elisabetta Benassi, Daniela De Lorenzo, Alberto Garutti, Nunzio and Ettore Spalletti, with his Colonna nel vuoto, in the family chapel.

Among expositions, cultural activities, happening, MAXXI is now the center of culture for the city, giving to Palazzo Ardinghelli a new identity and a daily living equal to its beauty.


Property Italian State, in care of Fondazione MAXXI

Fundings MiC € 1.500.000,00 and donation of Government of the Russian Federation € 7.200.000,00

Funds Grandi Progetti 2014/2016 € 2.000.000,00 (exhibition)

Opening MAXXI AQ May 28th, 2021 (open to the public: June 3th, 2021)

Demanio dello Stato, in affidamento alla Fondazione MAXXI

 

Donazione del Governo della Federazione Russa

CIPE 77-2015

Grandi progetti 2014/2016 

€ 7.200.000,00 

€ 1.500.000,00

€ 2.000.000,00 (allestimento museale)

28 maggio 2021

apertura al pubblico 3 giugno 2021

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