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Il Convento di San Giuliano

È un viaggio a ritroso nel tempo, tra arte, storia, spiritualità e sapere, quello che si intraprende superando il cancello d’accesso al Convento di San Giuliano.

Situato su una collina alle pendici del Monte di Castelvecchio o Monte Cascio, è stato protetto da quello sperone di roccia su cui è incastonato dal 1415, quando fu edificato sulla preesistenza di un eremo. Il primo impatto è con un edificio sacro, ma di stile moderno, quasi anonimo. Salendo la scalinata, però, si entra nella piccola chiesa dalla marcata impronta seicentesca/barocca.

Colpisce subito, sul fondo della navata unica, il baldacchino di ispirazione berniniana che decora l’altare, separando la Chiesa dal coro e dall’accesso alla sagrestia. A sinistra, la cappella dedicata al Beato Vincenzo, con il vivido ritratto attribuito a Saturnino Gatti.

Subito accanto si trova il sepolcro barocco di Vincenzo dell’Aquila, una delle personalità di spicco del francescanesimo Osservante, che nei secoli ebbe in San Giuliano la sua casa madre, primo insediamento – nel 1400 – del movimento interno all’ordine dei Frati Minori. Sul lato destro della navata, due grandi dipinti di Vincenzo Damini raffigurano San Giovanni da Capestrano a Belgrado e San Diego d’Alcalà.

A sovrastare il coro, alle spalle dell’altare barocco in legno intagliato, è invece il capolavoro del pittore veneto, l’Adorazione dei Magi. La parete di fondo della sacrestia è tutt’uno con una luminosa crocifissione riemersa sotto i cedimenti del sisma, mentre, dietro le ante del mobile-ripostiglio, emerge il territorio ritratto dalla mano naif di un frate. Da questi spazi chiusi, si accede al chiostro maggiore, affrescato su tre dei quattro lati con il racconto dell’avventurosa vita di San Giovanni da Capestrano. In 18 lunette appaiono scene della vita del Santo, tra viaggi in Italia e in Europa, episodi miracolosi ed eventi storici, accompagnati da quartine in endecasillabi, sunto di quanto le immagini rappresentano. Il ciclo di affreschi, risalenti all’inizio del Seicento, è attribuito a Giovanni Paolo Cardone e alla sua scuola.

Il chiostro minore appare spoglio ed essenziale, ma con ogni probabilità doveva essere affrescato anche questo; da una parte, infatti, come sottolineato dal professor Michele Maccherini, dell’Università degli studi dell’Aquila, mancano al ciclo del chiostro maggiore alcuni importanti episodi della vita di San Giovanni da Capestrano; dall’altra, nel corso del restauro dopo il sisma del 2009, sono emerse tracce di affresco accanto ad una porta settecentesca. L’umidità del versante della montagna su cui si appoggia il convento e i diversi lavori strutturali succedutisi nei secoli, hanno irrimediabilmente compromesso la tenuta degli apparati decorativi.

Uscendo dal chiostro minore si arriva al Conventino, o lochetto, quello che era la costruzione originaria del Convento di San Giuliano. Un edificio essenziale, francescano già nella struttura, che riserva al suo interno un unicum pittorico, non solo per il territorio aquilano.

Oltre agli affreschi delle prime stanze d’accesso, tra cui una Madonna con Bambino e committente, che nell’accuratezza dell’esecuzione rende riconoscibile, per molti, la mano di Cardone, si arriva – in fondo – alla cappella che chiude la sequenza di piccole stanze. Alle pareti mirabili pitture murali monocrome, il cui disegno di altissimo livello è illuminato da piccole stesure di biacca. 
L’insieme, evocativo e struggente, è stato recuperato nel restauro post-sisma, che ha così restituito il luogo in cui si consolidò il francescanesimo osservante.

Once behind the gate of Convent of St. Giuliano, it is a journey back in art, history, spirituality and knowledge.

Situated on a hillside on the slopes of Mount of Castelvecchio, also known as Monte Cascio, the monastery was nestled by a rock spur from 1415, built on a pre-existing shrine.

At first sight the sacred structure seems in a modern almost anonymous style. However, going up to the stairs, the small church has a strong 17th century Baroque imprint inside.

At the end of the single aisle, strikes the eye the canopy which decorates the altar, separating the church from the choir and the vestry. On the left, the chapel dedicated to Beato Vincenzo, with a vivid picture given to Saturnino Gatti. Just beside the Baroque tomb of Vincenzo of L’Aquila, one of the most prominent personalities of Franciscanism, which had in St. Giuliano his home, first settled – in 1400 – within the Order of Minor Friars. On the right of the aisle, two large paintings of Vincenzo Damini depicting St. Giovanni from Capestrano in Belgrade and St. Diego d’Alcalà.

Dominating the choir, behind the carved wood Baroque altar, the masterpiece of the Veneto painter, the Adoration of the Magi. The vestry’s back wall is one with the crucifixion re-emerged from the earth-quake, whilst inside the closet stand out the landscapes depicted by a naif hand of a Friar.

From here, is accessible the main cloister, frescoed on three sides with tales of St. Giovanni from Capestrano life. In 18 bezels are shown scenes of the Saint’s life, trips between Italy and Europe, scenes of miracles and historical events, outlined by quatrains of hendecasyllables. The cycle of frescoes, dating from the seventeenth century, is attributed to Giovanni Paolo Cardone and his school. The minor cloister seems barren but, in all likelihood, also this was frescoed; on one hand in fact, as said by Professor Michele Maccherini, from University of L’Aquila, in the cycle of frescoes are missing some of important episodes of St. Giovanni from Capestrano life; on the other during the post 2009 earthquake restoration, traces of fresco have come up close to a seventeenth century door.

Damp from the mountainside where the convent lies and structural works over time have caused irreversible damages to the decorative apparatus.

Leaving the minor cloister, we reach the Conventino (literally little Convent), also known as lochetto, original construction of the Convento of St. Giuliano. An essential Franciscan building, with a Franciscan design, which holds a pictorial unique inside, not only for L’Aquila area.

Not only the frescoes in the first set of rooms, including the Virgin with Child and customer, attributed by many to Cardone, but even the chapel at the end of the sequence of little rooms.

The monochrome exquisite wall paintings, with a high-level design, are highlighted by a white lead.

 

Convento of St. Giuliano

Property Arcidiocesi dell’Aquila

Fundings CIPE 43/2012 €100.00,00

Opening June 15th, 2013

 

Conventino of St. Giuliano

Property Arcidiocesi dell’Aquila

Fundings Donation of Soroptimist International d’Italia €226.400,00

Opening June 15th, 2013

Arcidiocesi dell’Aquila

Convento
CIPE 43/2012

Conventino
Donazione Soroptimist International d’Italia

Convento
€ 100.000,00 

Conventino
€226.400,00

15 giugno 2013

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